È in scadenza il pagamento della prima rata di acconto IMU 2023
Il prossimo 16 giugno è in scadenza il pagamento della prima rata di acconto IMU 2023. Per gli immobili adibiti ad abitazione principale è confermato il regime di favore che prevede l’esenzione per le categorie catastali da A/2 ad A/7 e A/11 e una detrazione di 200 euro, da rapportare al periodo di possesso durante l’anno, per le abitazioni di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9).
Dunque, per quanto riguarda il trattamento fiscale dell'abitazione principale, due sono le situazioni:
Il possesso dell’abitazione principale o assimilata non costituisce presupposto dell’imposta nei seguenti casi:
Sono invece assoggettate all’imposta le unità abitative classificate nelle seguenti categorie catastali:
Cos’è l’IMU
L’IMU, Imposta Municipale Unica, chiamata anche Imposta municipale propria, è una tassa di natura patrimoniale il cui presupposto è la proprietà o il possesso di un bene. È stata istituita dall’art. 13 del Decreto Legge del 6 dicembre 2011, n.201, convertito con modificazioni dalla Legge 22 dicembre 2011, n.214, e disciplinata dallo stesso articolo 13, oltre che dagli articoli 8 e 9 del D.lgs. 14 marzo 2011, n.23, ha subito ulteriori modifiche con la legge di Stabilità 2014, che ha abolito l’IMU sulla prima casa, ad eccezione delle abitazioni appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
L’Imposta municipale Unica (IMU) è l’imposta municipale sugli immobili, ovvero, un’imposta patrimoniale dovuta dai soggetti titolari di un diritto reale sull’immobile. È esclusa dal pagamento l’abitazione principale, ovvero l’immobile che è destinato dimora di fatto e dove è stata assegnata la residenza anagrafica.
Cosa si intende per abitazione principale
Alla luce della sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022 della Corte costituzionale, per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente.
L’esenzione compete al verificarsi di due condizioni: la dimora abituale e la residenza anagrafica.
Dunque, non c’è più il riferimento al nucleo familiare, alla condizione che le abitazioni siano in due o in un solo comune e alla necessità di indicare l’esenzione per una sola abitazione.
Coniugi con dimora abituale e residenza anagrafica in due comuni diversi
Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nello stesso territorio comunale o in un comune diverso si torna alla doppia esenzione IMU. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con una sentenza risalente al 2022 nel quale la Consulta spiega che non si può negare la doppia esenzione a Coniugi e Uniti civilmente, altrimenti ci sarebbe una disparità con le coppie di fatto che invece possono usufruire della doppia esenzione.
Ravvedimento operoso dell’acconto IMU per omesso o carente versamento
Nel caso di un ritardato od omesso versamento di IMU, oppure in caso di errori di calcolo che abbiano determinato un’importo non corretto dell’imposta, il contribuente può sanare autonomamente la sua posizione. Questa possibilità viene concessa fruendo del cd “ravvedimento operoso“, ovvero uno strumento che consente di sanare violazioni tributarie in modo autonomo, beneficiando di sanzioni ridotte rispetto a quelle applicate dal Comune in caso di accertamento. In questo contributo andremo ad analizzare come, operativamente, andare a sanare la propria posizione in caso di omesso o ritardato versamento dell’IMU.
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