Anche autonomi e freelance tra i beneficiari
Il nuovo Codice degli incentivi garantisce finalmente ai lavoratori autonomi le stesse opportunità delle PMI nell’accesso ai bandi pubblici, superando esclusioni e incertezze.
Approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 novembre, il decreto ridisegna in modo organico il funzionamento dei contributi pubblici destinati alle attività economiche, armonizzando le regole e semplificando le procedure.
La novità più rilevante riguarda l’articolo 10, che introduce il principio di parità di accesso: i professionisti potranno partecipare agli stessi bandi previsti per le PMI quando le misure siano compatibili con la loro attività.
Il decreto, attuativo della Legge 160/2023, punta a:
armonizzare norme oggi disperse tra diversi decreti e regolamenti;
semplificare le procedure amministrative, riducendo tempi e adempimenti;
garantire regole uniformi per l’uso delle piattaforme e la gestione delle domande.
La riforma risponde a una richiesta storica dei professionisti: poter accedere a bandi per innovazione, digitalizzazione, aggiornamento tecnologico e investimenti produttivi, senza essere penalizzati da requisiti pensati esclusivamente per le imprese, come codici ATECO specifici, numero minimo di dipendenti o requisiti patrimoniali.
Con il Codice unico degli incentivi, questi ostacoli vengono rimossi, assicurando un accesso effettivo e non discriminatorio ai fondi pubblici. La misura rappresenta una naturale evoluzione del percorso avviato con la Legge 81/2017, il “Jobs Act del lavoro autonomo”, che aveva posto le basi per l’equiparazione delle tutele tra professionisti e imprese.
Fonte: pmi.it
Obbligo anche per le stabili organizzazioni estere in Italia
Si applica la tassazione ordinaria per gli ex dipendenti
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