I dati nella relazione pubblicata dal Dipartimento delle finanze - Direzione della Giustizia tributaria.
Sul sito del dipartimento delle Finanze, è stata pubblicata la relazione sull’andamento del contenzioso tributario e sulle attività delle Commissioni tributarie relativa al 2022 pubblicata dal Dipartimento delle finanze - Direzione della Giustizia tributaria
I dati mostrano un calo delle liti pari all’1,3%. La durata media dei giudizi di primo grado è stata pari a 1 anno e 7 mesi, il valore più basso nel periodo 2018 - 2022. Per il secondo grado è invece diminuita la durata media (2 anni e 8 mesi), in controtendenza rispetto al dato del biennio 2020-2021.
Aumentano i ricorsi in primo grado, registrando un +88,2%. Dalla relazione emerge, invece, una leggera flessione, pari al 4,4% per i ricorsi in appello. Nel complesso i processi arrivati sul tavolo delle Corti di giustizia tributaria sono oltre 187mila. L’elevato numero dei ricorsi presentati in primo grado è legato fra l’altro alla ripresa delle attività di riscossione e di controllo dei tributi, dopo lo stop dovuto all’emergenza sanitaria per il Covid-19.
Il valore complessivo delle controversie definite nel 2022 è di circa 23,6 miliardi di euro per un ammontare medio della singola controversia pari a circa 124 mila euro.
Un apposito paragrafo è dedicato all’indice di vittoria dell’Agenzia delle Entrate. Si tratta di un dato costruito confrontando le pronunce di merito e di legittimità passate in giudicato nel 2022 favorevoli all'Agenzia in tutto o in parte, con il totale delle pronunce di merito e legittimità divenute definitive in cui le Entrate sono parte processuale.
L’indice di vittoria nazionale dell’Agenzia delle Entrate è pari al 76,6%; ciò significa che circa 3 pronunce su 4 passate in giudicato nel 2022 hanno confermato totalmente o parzialmente la pretesa dell’ufficio. Le Direzioni regionali che registrano l’indice al di sopra della media sono 14. Quelle che presentano i valori più elevati sono: Basilicata (87,2%), Friuli Venezia Giulia (84,0%), Abruzzo (83,8%), Emilia Romagna (83,6%) e Piemonte (83,4%). Invece, quelle che presentano i valori più bassi sono: Bolzano (63,4%), C.O. Pescara (67,1%) e Valle d’Aosta (68,4%).
Consulta la relazione.
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