In caso di costituzione di srl unipersonale l’Agenzia giudica abuso di diritto l'applicazione del regime agevolato per gli impatriati al compenso dell'amministratore
Nell'Interpello 407 del 16 giugno 2021 l'Agenzia delle Entrate risponde al quesito di un contribuente con doppia cittadinanza e residente all'estero da circa sette anni.
Avendo intenzione di stabilirsi in Italia, il soggetto chiedeva una valutazione sulla possibilità di aprire una S.r.l. unipersonale per continuare la sua attività di consulenza commerciale e finanziaria, assoggettando il proprio reddito al regime per gli impatriati, ex dlgs 147-2015.
L'attività finora svolta come professionista in favore di diversi soggetti residenti in vari paesi nell'ipotesi prospettata continuerebbe quindi attraverso la costituzione nel territorio italiano di un Newco S.r.l. unipersonale al fine di soddisfare le svariate esigenze di tipo personale e commerciali tra le quali:
L’Istante assumerebbe la qualifica di amministratore unico percependo, in ragione dell'essenzialità del proprio apporto lavorativo, un compenso variabile su base annua tra l'80% e il 90% degli utili di esercizio eventualmente conseguiti.
In alternativa alla nomina di un amministratore unico, verrebbe prevista la possibilità di costituire un consiglio di amministrazione composto da due membri, di cui L’Istante sarebbe in ogni caso Presidente e amministratore delegato, nonché l'unico coinvolto dal sistema di remunerazione rappresentato. Il compenso sarà determinato in misura pari all'85% dell'utile generato, per ciascun esercizio, dall'attività caratteristica di consulenza e con possibilità di pagamenti in acconto in corso d'anno, salvo conguaglio "a favore dell'avente diritto, da determinarsi sulla base di apposita situazione da presentare al socio unico entro e non oltre il 10 gennaio dell'anno successivo all'esercizio di riferimento" .
Nell'interpello l’Istante precisa che non è sua intenzione svolgere altre attività di natura professionale e/o di lavoro autonomo e che il proprio reddito imponibile da assoggettare a tassazione ai fini IRPEF sarebbe integralmente costituito dal compenso percepito dalla Newco S.r.l. unipersonale, rispetto al quale intende avvalersi del regime stabilito dall'articolo 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 147.
L’Agenzia ritiene che il progetto integri una ipotesi abuso del diritto ai sensi dell'articolo 10-bis della legge 27 luglio 2000, n. 212 ai fini delle imposte dirette.
Ferma restando l'insindacabilità delle scelte imprenditoriali, afferma l’Agenzia, osserva innanzitutto che nell'operazione rappresentata in veste di amministratore, L’unico socio della società sarebbe destinatario di un reddito assimilato al lavoro dipendente da sottoporre a regime speciale per i lavoratori impatriati, regime escluso per i redditi derivanti dalla partecipazione a società commerciali e redditi di capitale.
Infatti l'entità del compenso è aleatoria e variabile poiché dipende esclusivamente dai risultati economici della società e determinata in assenza di un vincolo di subordinazione dell'amministratore unico e/o assoggettamento all'altrui potere direttivo, si tratterebbe quindi di partecipazione agli utili.
Secondo l'Agenzia si tratterebbe dunque di un indebito risparmio fiscale ottenuto con l'abbattimento dell'imponibile fiscale su cui applicare le aliquote progressive IRPEF (abbattimento, ricordiamo, pari al 70%), rispetto alla ritenuta a titolo di imposta del 26% applicata all'intero ammontare dei redditi di capitale. L’Agenzia delle Entrate considera che il progetto tradisca "attraverso la preordinata costituzione delle condizioni di accesso, la ratio sottesa alla norma agevolativa richiamata, la cui applicazione è esclusa per i redditi di capitale”.
Inoltre la specifica sequenza di operazioni che si intenderebbero porre in essere non risulta diretta al soddisfacimento di un interesse economico diverso dal perseguimento del vantaggio fiscale stesso.
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